MD Toscana sulla questione Best Practices e sulle dichiarazioni alla stampa rese dal Presidente del Tribunale di Firenze

 Magistratura Democratica Toscana non condivide le dichiarazioni del Presidente del Tribunale di Firenze Enrico Ognibene, per come riportate dagli organi di stampa locale, in ordine al progetto “Best practices” e le conseguenti precisazioni del Presidente sul processo c.d. “Castello”.
La questione, comprensibilmente e con il dovuto risalto portata all’attenzione dell’opinione pubblica, avrebbe meritato assai più oculata considerazione, sia delle cause che ne sono all’origine che del contesto venutosi a determinare.
Invece, dalla complessiva gestione della vicenda, rivelatasi inadeguata, sono oggettivamente derivati effetti pregiudizievoli.

In primo luogo la messa in pericolo dell’immagine della magistratura fiorentina che si ritrova oggetto di inevitabile attenzione mediatica nell’imminenza della conclusione di un importante processo, fermo restando  che non si dubita della assoluta correttezza del lavoro svolto dai giudici del I° collegio della seconda sezione penale .
In secondo luogo, preoccupa la concreta possibilità che venga compromesso il progetto “Best practices”, di grandi potenzialità e per la cui realizzazione sono disponibili congrue risorse che occorre evitare di disperdere.
Il problema, relativo alla sopravvenuta assegnazione tabellare del processo “Castello” al collegio presieduto dallo stesso magistrato già delegato quale responsabile del progetto Best Practices, avrebbe dovuto  e dovrebbe essere affrontato e risolto con la sostituzione del delegato al progetto.
Non rileva il momento dell’effettiva conoscenza del doppio ruolo .
La perdurante mancata adozione degli opportuni provvedimenti costituisce motivo di critica severa all’operato del Capo dell’Ufficio.
Occorreva valutare la delicatezza di una situazione foriera di difficoltà per l’ufficio giudiziario nel suo complesso.
 La delega conferita da parte del Presidente del Tribunale di Firenze, per la conduzione del Progetto  Best Practices è stata contrastata,  purtroppo solo da una minoranza in Consiglio Superiore della Magistratura, sicché oggi registriamo l’elevato rischio di fallimento del progetto.
Anche nella vicenda “Best practices”, si sono riprodotte carenze ed errori che troppo spesso hanno caratterizzato l’azione della Dirigenza del tribunale fiorentino, in particolare:
- Il malgoverno delle relazioni tra i soggetti del mondo giudiziario fiorentino (giudici, funzionari e avvocati ).
- L’esclusione dal progetto dei magistrati più impegnati nella innovazione e la mancata valorizzazione della specifica attitudine di colleghi con incarichi formali in materia.
- La gestione non partecipata di tutte le decisioni importanti (scelta dei settori di intervento, responsabili dei gruppi di lavoro).
- L’indisponibilità di fatto di tutti gli atti del procedimento e del progetto Best Practices a cominciare dai verbali del Comitato Guida che sono stati vanamente richiesti.
 Per tali motivi si rende a nostro avviso necessario oggi chiedere  alla Regione Toscana: a) di sospendere l’attività del progetto fiorentino, b) di non pagare il corrispettivo d’appalto anche per la parte del lavoro che dovesse esser già stata rendicontata, (evidentemente solo per ciò che attiene al lavoro svolto presso il Tribunale di Firenze), c) ottenere una proroga per ricostruire il progetto dalle fondamenta.
E’ indispensabile che il sistema di autogoverno della magistratura metta in atto gli anticorpi necessari ad evitare  il ripetersi di situazioni analoghe .
Torneremo ad investire della vicenda il Consiglio Giudiziario del distretto di Corte d’Appello di Firenze ed il Consiglio Superiore della Magistratura.
 Luca Minniti
Segretario di Magistratura Democratica Toscana.